Le soffitte della Storia: il mondo di Shakespeare

L’epoca elisabettiana, quella in cui visse William Shakespeare per intenderci, fu talmente densa di intrighi, complotti, imboscate e macchinazioni, (per non parlare delle sanguinosissime guerre di religione e quelle per il dominio delle rotte atlantiche) che la commedia o tragedia più fantasiose non sarebbero potute essere altrettanto ricche di avvenimenti e colpi di scena.
Il motivo per cui il Bardo riuscì ad affermarsi su tutti non fu solo legato all’estrema fluidità della sua penna o alla straordinaria psicologia e varietà dei suoi personaggi, ma anche alla rara capacità di
inverare l’inverosimile, di mescolare sapientemente finzione e realtà, di far credere allo spettatore di stare assistendo ad una tragedia che al suo epilogo si sarebbe trasformata in commedia e viceversa.
Uno scrittore di tutto rispetto come Will aveva il dovere di sorprendere, di alleviare le tensioni, di far riflettere talvolta; doveva conoscere  i veleni più comuni e come agivano…(ormai era di casa dallo speziale che gli faceva da consulente), doveva masticare di storia, di usi e costumi dei luoghi in cui ambientava i suoi racconti.



Il Nostro era un curioso che amava l’Italia (c’è chi dice che avesse avi italiani) e sicuramente conosceva a fondo l’Orlando Furioso che era stato tradotto in inglese ed era molto diffuso tra i letterati e gli uomini di cultura del tempo e che per tutti fu fonte inesauribile di ispirazione, una sorta di regesto del fantastico. William conosceva molto bene anche la novellistica del ‘500 italiano, tra cui la celeberrima novella di Giulietta Cappelletti, scritta da Luigi da Porto e poi rielaborata dal Bandello tanto per dirne una, ma non gli era meno chiara la situazione a Venezia. Se pensiamo a quanto era difficile viaggiare a quel tempo senza correre rischi mortali, immaginiamo quale attrattiva potessero avere delle storie che ripercorrevano in lungo e in largo l’Europa, facendo sognare gli spettatori che affollavano il Globe Theatre dove la compagnia shakespeariana recitava stabilmente!
Will lo sapeva e non si stancava di scrivere, correggere, fare ricerche e come vi accennavo, particolare attenzione fu dedicata ai medicamenti, alle erbe e pozioni che ammantano di mistero e regalano un che di torbido alle sue commedie e tragedie, fermo restando che Shakespeare mai si intendette di erboristeria…


Curisando tra i siti, ho trovato un testo di riferimento nel volume di Lucia Crovella Filtri, "Pozioni,veleni e incantesimi nel teatro di Shakespeare" dove si tratta di questo e molto altro… forse varrebbe la pena andare a curiosare tra le pagine di questo libro per conoscere meglio un aspetto tanto stimolante dell’immaginario letterario tra ‘500 e ‘600. Io credo che farò un salto in libreria!
Adesso a furia di parlare di erbe mi è venuta voglia di una “ pozione” ai frutti di bosco e a voi?



Che il mistero vi sia d’ispirazione …a presto. Linda

2 commenti:

  1. Mi piace che ci porti così tanto indietro nel tempo poi queste foto creano una bella atmosfera..ad hoc! e poi io adoro l'Inghilterra anche per Shakespeare.. (dicono che abbia avuto origini nella mia regione ma non so se siano solo storie..non mi dispiacerebbe pero!!)
    Baciotti grandi!

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  2. Ogni volta è un emozione leggere i tuoi post!! Se i miei prof mi avessero raccontato così la vita degli scrittori, le loro opere il loro modo di vivere il mondo... Sicuramente mi sarebbero piaciute di più!!

    un baciotto
    Sara
    This is Sara

    RispondiElimina

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