La scoperta del bianco

La mia seconda casa era un mini appartamento in città, super accessoriato e ultra moderno, inserito in un condominio con piscina, palestra, sala per feste e riunioni, giardini a go-go. I trentasette metri quadri più  ricchi di comfort che si siano mai visti.
Sul balcone a loggia c'era il barbecue ed in bagno la vasca a idromassaggio. 
Io e mio marito, che ha una vena da architetto molto spiccata, eravamo riusciti a ricavare, in così poco spazio, un soggiorno, una cucina aperta ma appartata, una camera da letto e un bagno regolamentare.
Gli ambienti necessari c'erano tutti ma lo spazio non era molto... mi ci volle abbastanza poco a convincere mio marito, amante dei mobili scuri e delle tonalità calde, che in una casa tanto piccola la priorità fosse quella "alleggerire" gli ambienti con mobili chiari che moltiplicassero la luce. 
L'altra priorità era quella di trovare dei mobili pratici, funzionali ed economici che soddisfacessero le nostre esigenze. Dove trovarli se non all'Ikea? E infatti Ikea fu.
Il ricordo più buffo che ho di quei giorni in cui montavamo, letteralmente, il nostro nido d'amore è la quantità impressionante di scatole, viti, bulloni e pezzi di legno che, nel giro di un paio di giorni (tanti ce ne vollero!!) si trasformarono nella parete attrezzata della mia cucina. Fu un lavoro davvero incredibile!
La casa aveva le pareti bianche e il parquet marrone, e così anche tutti i mobili che l'arredavano: la classica cucina Stat aveva (e ha tutt'ora) il piano marrone; i mobili del soggiorno erano bianchi ma ripiani, pomelli e particolari erano marroni  come il tavolo e le sedie, che però non erano di Ikea, ma trovate in un mercatino e restaurate da me e mio marito, poco prima di trasferirci.
La camera da letto era talmente piccola che dovemmo farci fare i mobili su misura: un armadio a ponte che sormontava il letto e un comò sul quale era, ed è anche oggi, posata una specchiera dei primi anni del novecento, marrone scurissimo, di poco valore venale ma di grande valore estetico.
La specchiera dei primi del Novecento
Ghirlanda di Roseinitaly


















Quando per ovvi motivi di spazio e volendo allargare la nostra famiglia, ci trasferimmo in una casa più grande, cioè quella dove viviamo oggi, la maggior parte dei mobili ad eccezione della camera da letto, finirono nella nostra attuale cucina. Ci limitammo ad sostituire qualche anta che si era rovinata durante il trasloco e a riadattare il piano di lavoro. 
Ormai abituati ed innamorati dei mobili chiari, la "storia" della nostra terza casa era già scritta... Finalmente ebbi la possibilità di rispolverare le riviste di arredamento Shabby, Country Chic e Gustaviano che avevo dovuto accantonare all'epoca dell'appartamento in stile Cottage, e insieme a mio marito iniziammo a dare forma alla nostra attuale casa, cercando anche ispirazione nella rigogliosa natura che ci circonda e che tanto ha contribuito nella scelta di trasferirci qui!
Alla prossima!

2 commenti:

  1. Caspita che bella casa sia prima che dopo e che belle queste ghirlande che con i loro toni chiari alleggerisscono e impreziosiscono la specchiera, ciao Ely

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  2. Grazie Ely! Si, in effetti i fiori alleggeriscono molto le linee di questa specchiera! Son contenta ti sia piaciuta la mia ghirlanda! :)

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