Frutta martorana

Quest'anno ho deciso di festeggiare con mia figlia,
oltre la solita festa di Halloween,
la più tradizionale festa dei morti, così come ero
abituata a fare da piccola, quando la notte tra il 1 e il 2 novembre
 aspettavo che le anime dei cari estinti venissero a trovarci
portandoci frutta martorana e statuine di zucchero.



Per rimanere in tema Halloween ho pensato di modellare
tre piccole zucche, di forme e dimensioni diverse, in pasta di mandorle:
un modello abbastanza classico di frutta martorana
che si può trovare oltre che a forma arance, mele e fichi, 
anche a forma di ortaggio, come pomodori, finocchi e, 
come detto, zucche.


Avrei voluto fare la pasta reale con le mie mani
con farina di mandorle e zucchero,
ma, pur essendo una preparazione abbastanza semplice, 
non ne ho avuto il tempo... e poi
quella già pronta che si trova al supermercato
è perfetta per un dolcetto casalingo.



Ho realizzato le zucche aiutandomi con dello  zucchero a velo,
quando l'impasto, durante la lavorazione, si faceva troppo morbido ed appiccicoso.
Ho tracciato le linee di sezione delle zucche con uno
spiedino di legno, su cui poi ho arrotolato un rotolino di pasta 
per creare i classici riccioli.
Ho ritagliato una foglia con un coppapasta sagomato
ed ho assemblato il tutto semplicemente esercitando una 
leggera pressione sulle parti da giungere.



Ho lasciato asciugare le mie zucchette per qualche giorno
prima di dipingerle con un pennello e colori alimentari acquerellati.



Ed eccola qua la mia versione espressa
della frutta matorana!




Le farò trovare alla mia bambina la mattina del 2.
Le dirò che gliele hanno portate i suoi bisnonni, a cui lei pensa sempre 
(pur non avendoli mai conosciuti!) e a cui dedica parole di grande affetto!
Sono certa che ne sarà contentissima!


Alla prossima!
Manuela

Le soffitte della Storia: A cena con Will



Corre l’anno1595 é autunno inoltrato ed a Londra fa molto freddo, il giovane William esce di casa come se avesse un appuntamento. E’ il pomeriggio tardo di un qualunque giovedì, ma sembra notte fonda…
L’ insegna della taverna La Sirena sbatte violentemente contro il sottotetto della bassa  costruzionedi legno e pietra intonacata dalla quale pende e sembra quasi che voglia richiamare la clientela che certo non le manca. Gli avventori sono una pletora disomogenea di uomini e donne ( di malaffare) che bevono, ridono e scherzano senza misura. Ad un tavolo siedono quattro giovani vestiti decorosamente, ad un certo punto la porta d’ingresso del locale si apre cigolando, ma chi lo nota!?! E’ proprio Will, come lo chiamano gli amici seduti a quel tavolo. Sono tutti scrittori o aspiranti tali e quasi tutte le sere si radunano in quel  paradiso di leccornie e libagioni soprattutto, per discutere di tendenze letterarie e trame di commedie, per parlar male di questo o quello scrittore e per ridere, bere e mangiare fino allo sfinimento. William ama quel posto, è il suo rifugio dalle brutture del mondo, un conforto fatto di odori di arrosto e zuppa di fagioli, di crostoni abbrustoliti e dolci allo zenzero. “Finalmente la mia Giulietta ha giurato eterno amore al suo Romeo con buona pace di quel babbeo di Paride”.. “beviamoci su! Oste, cinque Metheglin a questo tavolo di sognatori..” e giù risate matte. Poteva durare per ore e mentre le  parole fluivano rapide e i motti più arguti e pungenti si ammorbidivano  e correvano leggeri e poi sempre più grevi e sboccati grazie  al potente elisir, al nettare meraviglioso, nella mente di Will, Mercuzio sussurrò con ritmo incalzante il suo “extravagante” monologo sulla regina Maab…Le portate ora si susseguono rapidamente… epensare che già da soli i crostoni di Jack sarebbero bastati!!!

In effetti in questa famosa taverna si mangiava molto bene, ma il menù, come possiamo immaginare, era molto rustico.Tanto per accennare ad alcuni dei piatti più prelibati, sulla tavola degli avventori potevamo trovare il Coniglio al prezzemolo oppure il Pasticcio di carne e verdure o ancora la Minestra alle mele, ma vorrei proporvi questa ricetta facile facile, sostanziosa e molto autunnale


                                                                   Crostoni del taverniere*

                                                           7 uova fresche, 100 g di pancetta,
                                                          3 cucchiai  di formaggio di pecora 
                                                                 6 fette di pane casereccio,
                                                          semi di finocchio, rucola selvatica
                                                              1 spicchio d’aglio , olio, sale


Come prima cosa rosolate la pancetta tagliata a dadini con poco olio extra vergine d’oliva. Intanto sbattete le uova con il formaggio di pecora (o per chi non lo amasse il classico parmigiano o grana), i semi di finocchio, poco sale e del pepe. A metà cottura aggiungete la rucola tritata finemente e lasciate rassodare non girando la frittata, ma coprendo con un coperchio e lasciando andare a fuoco lento. Servite ben caldo su crostini di pane casereccio sul quale avrete strofinato un po’ d’ aglio.



La ricetta è strepitosa, se poi servirete i crostoni vicino ad una crema di zucca, avrete la più succulenta cena d’autunno che si sia mai vista.
A presto. Linda.  

* Ricetta tratta da "In taverna con Shakespeare" di Roberto Carretta.

Halloween DIY


Ed eccomi qui, puntuale come l'ora solare,
con un piccolo DIY dedicato ad  Halloween,
da fare per e con i più piccoli!
Si! Halloween, l'amena festicciola di origine anglosassone,
quanto di più simile, per me,
alla festa dei defunti della (mia) tradizione siciliana!


Si tratta di bustine di carta tipo quelle per il pane
ma in formato mignon, solo cm 6x10, riempite di caramelline
e bon bon e decorate con sagome di cartoncino nero o arancione.



Ho ritagliato piccole zucche, pipistrelli volanti
e gufi dagli occhi psichedelici!


Ho fermato i pacchettini con un pezzetto di nastro 
biadesivo ed un fiocchetto arancione a pois bianchi!



Un regalino facile, veloce e simpatico per non farsi cogliere di sorpresa
dinanzi alla fatidica domanda...
Dolcetto o scherzetto?
Alla prossima!
Manuela





Room makeover: la stanza di Emma

Nelle ultime settimane io e mio marito
siamo stati impegnati (e in realtà ancora lo siamo)
nella ristrutturazione della stanza di nostra figlia.
Rispetto a quando abbiamo arredato tutto il resto della casa,
oggi il fai da te ed il gusto per  il recupero, ci appassionano molto di più; 
ed é per questo che, in questo piccolo grande makeover, la maggior parte
degli interventi é opera nostra.


Abbiamo comprato alcuni mobili al mercatino dell'usato,
altri li ho avevo da tempo in cantina, altri ancora (come l'enorme armadio e 
la testata del letto) li ho comprati belli e finiti 
in un negozio di mobili.
Ma, inutile dire che, quelli su cui abbiamo dovuto mettere
le mani, sono i pezzi più belli della stanza,
come la libreria bianca (Shabby Chic originale!!!)
dallo stile decisamente anni '80.


Un altro pezzo che ci ha dato grande soddisfazione
é stata la scrivania di legno pesante,
acquistata per 50€, che si é letteralmente trasformata
da brutto (bruttissimo!!) anatroccolo
in meraviglioso cigno!



Per oggi vi lascio così, con una piccola panoramica sui "prima";
ma vi prometto che, appena la stanza sarà ultimata,
vi mostrerò tutto il frutto del nostro duro (ma entusiasmante) lavoro!!
Alla prossima!
Manuela

Riso in padella

Durante la settimana ho poco tempo per cucinare tra le incombenze della casa, 
il lavoro ed il blog, ho sempre i minuti contati!
Così cerco, per quanto possibile, di preparare dei piatti veloci, possibilmente unici, che 
possano essere cucinati in anticipo e conservati in frigorifero
fino al momento di.... divorarli!
Come questo riso in padella, che si cucina praticamente da solo,
e che, con la sua crostini a tostata e la filante mozzarella,
può tranquillamente rientrare nella categoria di comfort food.
Si tratta di cucinare il riso direttamente in padella con della passata di pomodoro 
(nella proporzione di una bottiglia da 1/2 litro di passata per 750g di riso), 
condita con olio, aglio, sale e pepe e allungata con altrettanta acqua. 


Cuocere a fuoco vivo, aggiungendo acqua calda se necessario.
Una volta cotto lasciare che sul fondo si  formi una croccante crosticina,
Aggiungere delle fette di mozzarella e farla sciogliere a fuoco spento coprendo la padella
con un coperchio ben sigillante.
Due foglie di basilico ed il piatto é pronto!


Buon appetito e...
Alla prossima!


Manuela

Le Soffitte della Storia: miseria e nobiltà




Sarà capitato a tutte voi di ascoltare i racconti di nonne e zie sulla preparazione di qualche complesso e succulento piatto della tradizione e, talvolta, di assistere a veri e propri scontri armati sulle modalità di esecuzione di tali ricette o sugli ingredienti da usare con tutte le possibili ed inimmaginabili varianti del caso, anche per via delle usanze regionali e dei prodotti locali… Ebbene hanno ragione loro…la zuffa è d’obbligo!!!
Infatti da sempre le donne hanno dovuto ingegnarsi su come sfamare figli e mariti, anche e soprattutto in periodi di guerra e di carestia. Durante il ‘600, la Guerra dei Trent’anni aveva portato in mezza Europa fame e malnutrizione; la peste, come ci racconta il Manzoni, decimava la popolazione provocando tra l’altro una crisi enorme nel settore agricolo. Le erbe spontanee, la frutta secca, la farina di castagne furono tra i pochi alimenti facilmente reperibili e divennero la base di molte ricette che ancora oggi apprezziamo e consumiamo regolarmente.
Mentre nei palazzi nulla era cambiato, tra la povera gente sempre più si radicava l’esigenza di “inventare” una cucina semplice e sostanziosa e nacque l’abitudine di fare scorta di alimenti, anche imparando a conservarli e, tralasciando la raffinatezza e la complessità dei ricettari in uso nelle corti o nelle case dei più ricchi,si giunse ad una cucina che predilesse zuppe ricche di legumi ed erbette selvatiche e si iniziò a coltivare mais e patate provenienti entrambi dal Nuovo Mondo. Arrivano le gelatine di frutta e i formaggi. Il burro e la panna diventano gli ingredienti fondamentali della buona cucina. I pomodori, invece, tarderanno ad affermarsi sulle tavole dei signori, ma grazie ai nostri eroi (i contadini disperati e alla ricerca di migliorie culinarie), l’Europa conoscerà i mille usi della preziosa e saporita bacca. Andò meglio per cacao e caffè spesso usati come “spezie”…sarà il ‘700 a regalarci la cioccolata calda zuccherata!
Sapevate che, durante l’età barocca, le regole del convivio divennero così importanti dacondizionare il modo di stare a tavola e la scelta delle vivande? Tra l’altro si riteneva che ci fosse un cibo nobile ed uno rozzo “adatto”ai poveri e guai a trasgredire…
La prossima volta vi farò scoprire cosa mangiavano e bevevano i contemporanei di Shakespeare. Siamo nel ‘600 appunto e, contrariamente che nel resto di buona parte dei paesi europei,l’Inghilterra prospera sotto Elisabetta I e il giovane William cerca la sua magia… nelle osterie!
A presto. Linda


Etichette fai da te facilissime

Mi piace  ogni tanto proporvi un tutorial talmente facile
da correre il rischio di sembrare banale, ma penso che talvolta
le cose semplice siano le migliori, sopratttutto al giorno d'oggi 
che si ha la tendenza a complicare tutto!
Capita che si voglia confezionare un pacchetto regalo e non si abbia sottomano
il biglietto o una tag carina per scrivere due parole di accompagnamento.
Questo é quello che é successo a me l'altro giorno.
Le uniche tags che avevo in casa erano quelle anonime e poco
affascinanti etichette adesive da ufficio.
Che fare?
Ed ecco affacciarsi l'idea!


Ho attaccato l'etichetta adesiva sul retro di un foglio di carta decorata
(nel mio caso un ritaglio di un runner in carta panno, ma andrà 
bene anche una bella carta da regalo o un foglio di carta di
riso colorata) e l'ho ritagliata senza lasciare, ovviamente, dei bordi.


Con una fustella ho forato il bigliettino su un lato, facendo
poi passare, attraverso il buco, un nastrino di voile.



Ecco pronta la tag, con un lato colorato ed uno bianco su cui scrivere.
Ovviamente ci ho preso la mano e ne ho preparate una mezza dozzina, 
così, tanto per non farmi trovare impreparata la prossima volta!


Ho attaccato la tag, direttamente sul regalo: era così carina
che rendeva superfluo pure l'incartamento!
Chi l'ha ricevuta ha molto apprezzato!
Come vi avevo anticipato, questo é un tutorial molto semplice,
che però ha anche il valore aggiunto di essere estremamente economico,
cosa che in questo momento non guasta proprio!
Alla prossima!


Manuela

Il lusso rustico del rame

Una cosa che adoro e che acquisto sempre
appena ne ho l'occasione, sono gli stampini in rame.
Ad essere sincera, non li uso praticamente mai per cucinare;
preferisco esporli a scopo decorativo,
su una parete o sulla tavola come segnaposto.
Il colore brillante e caldo, le cesellature spesso elaborate,
il richiamo ad ambientazioni rustiche di un passato rurale e contadino,
sono tutte le caratteristiche che mi fanno amare questo metallo,
oggi ancora più prezioso di un tempo!



Nel tempo, tra regali ed acquisti "di viaggio", ne ho accumulati un bel po' di pezzi.
Il mio preferito é il grande cuore con il vaso di fiori in bassorilievo.




Ora spero di poter acquistare (ad un prezzo accessibile) un piccolo paiolo
per la polenta, che sto corteggiando già da un po' di tempo.
Purtroppo il prezzo del rame non é del tutto in linea con la fase economica
che stiamo vivendo, quindi vado sempre in cerca dell'occasione!





É stata proprio ad una vendita promozionale che ho trovato 
questo delizioso set di coppapasta a forma di stella. 
Sono sei stampi in misura crescente (o decrescente!!) 
solidi e resistenti e talmente belli che preparare i biscotti diventa ancora più piacevole!
E voi? Amate il rame quanto me?




Alla prossima!
Manuela

Vasetti di vetro colorati

Eccomi qui, con un paio di giorni di ritardo,
a proporvi, come preannunciato lo scorso lunedì,
un facile DIY per realizzare dei vasetti in vetro colorati.
Io li ho realizzati per la composizione autunnale che ho sul terrazzo, in cui
i colori predominanti sono gli arancioni ed i verdi.
Per accordarli a questa palette di colori, e per richiamare nelle forme 
le mie tanto adorate zucche,
ho utilizzato dei vasetti un po' panciuti e tondeggianti e li ho colorati
di arancione o bianco.


Alcuni li ho colorati all'interno, dopo aver creato il colore che desideravo
aggiungendo qualche goccia di pigmento arancio a della Chalk Paint bianca.
Una volta ottenuta la giusta tonalità di colore, ho versato la vernice all'interno
dei contenitori di vetro, l'ho fatta aderire bene a tutte le pareti
con un movimento rotatorio della mano; in seguito ho capovolto il vaso per un paio
d'ore, per eliminare tutta la vernice in eccesso.



Altri vasi li ho semplicemente colorati all'esterno, ottenendo un effetto totalmente mat, 
che ben si armonizza con la finitura extra lucida dei vasetti colorati dall'interno.
Entrambi i contenitori possono essere riempiti di acqua per idratare le composizioni, 
anche se, per preservare più a lungo il colore di quelli dipinti dall'interno, suggerisco di
inserirvi una spugna da fiorista per tenere bagnati i vostri fiori.


Alla prossima!

Manuela



Le soffitte della Storia: Viva le donne

Oggi, non so perché, ma sono in vena di considerazioni che vanno un po’ al di là di un semplice excursus storico sul saper ricevere e sulle tradizioni. Penso che sia impossibile parlare di belle case, buona cucina e salotti “bene”, se non parlando anche delle indiscusse protagoniste del nostro girovagare negli infiniti meandri del tempo … le donne!
Queste, poverine, nel Medio Evo facevano parte dell’arredo del castello, tranne nel caso fossero regine o imperatrici, ma anche là c’era poco da scialacquare!



La Donna Angelicata, quella a cui i poeti del Dolce Stil Novo e tutta la drammatica tiritera dell’Amor cortese dedicarono fiumi di versi e canzoni (vedi Dante e Petrarca per dire solo dei più noti) ecco quella donna lì, per cui il Poeta o il cavaliere poteva vivere e morire, valeva meno del castello o del palazzo in cui viveva…figuriamoci se la disgraziata poteva preoccuparsi di porgere inviti a questo o a quello, già è grasso che cola se sopravviveva a parti, malattie, guerre e mariti violenti. Però come decorazione funzionava benissimo! Cosa sarebbe il famoso ciclo di arazzi che raffigurano La Dama con l’Unicorno, senza la dama a far bella mostra di sé. Alle donne era precluso lo studio, ricevevano una rigida formazione cristiana  e certo si occupavano della casa e dei figli e se erano di origine nobile o aristocratica (e non  potevano convolare a giuste nozze), entravano in convento!



Sapevano cucire e ricamare, ma a parte qualche raro caso già durante il Medio Evo, dobbiamo aspettare il Rinascimento per avere le prime pittrici, poetesse ed intellettuali riconosciute universalmente. La grande Beatrice d’Este, la pittrice Artemisia Gentileschi e la poetessa Vittoria Colonna sono tra gli esempi più fulgidi di come le donne riuscirono a ritagliarsi un ruolo di primo piano in un’epoca dominata dagli uomini.
Fu anche grazie a loro se cominciarono a nascere quei circoli culturali  che, prima nelle corti dei sontuosi palazzi signorili, poi nelle lussuose abitazioni di donne nobili o aristocratiche, finiranno con lo spopolare come i salotti più ambiti dagli intellettuali, dai politici e dagli artisti più in voga del tempo e…tutti rigorosamente uomini!!!




Nel prossimo post vi racconterò di come le donne, tra sei e settecento si impossessarono della casa e della cucina. Ma questa è un’ altra storia!
A presto…Linda.
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