Le soffitte della Storia: lo spirito dei Natali passati


Ho sempre amato le soffitte sia come luogo fisico, sia come ideale immaginario di un 'altrove', tema tra l'altro molto in voga nell'età vittoriana. Un luogo dove i ricordi sepolti possano tornare a vivere attraverso la riscoperta di essi. La meraviglia prende il sopravvento e vivifica. Ecco, questo é quanto accade nella vecchia soffitta dei March, dove Meg, Jo, Beth ed Amy danno vita alla magia di vecchi oggetti appartenuti a qualche nonna o zia, ricordi polverosi che attraverso lo sguardo creativo di Jo prendono vita e diventano teatro. Ricordo con nostalgia, quando con mia sorella tornavamo ad Agrigento, in estate a casa di mio nonno e, nonostante la stanchezza del il viaggio, ci riappropriavamo dei ricordi dell'anno precedente aprendo cassetti, scartabellando i libri della grande libreria dello studio e rovistando nel più che fornito ripostiglio, dove in realtà non riuscivamo quasi ad entrare. Ma Jo e le sue sorelle non entrano semplicemente nella loro soffitta, la vivono intensamente. É lì che Jo scrive i suoi improbabili racconti e i drammi che metterà in scena con l'aiuto delle sorelle nelle occasioni di festa, é lì che va per riflettere e piangere la sorellina Beth per non tornarvi più, quando ormai giovane donna, sceglierà di abbandonare il luogo dell'altrove per scrivere la storia della sua famiglia e realizzare i suoi progetti.




I temi della condivisione, dell'altruismo, della convivialità e dell'amore per i valori essenziali della vita dominano il romanzo e l'atmosfera si fa densa di emozioni... ma cosa c'é di più emozionante di un rinfresco da regalare agli ospiti dopo la magia del teatro?
Era la sera di Natale e le quattro sorelle avevano invitato le loro amiche ad assistere ad una rappresentazione drammatica, ricca di colpi di scena e... comicità involontaria. Il successo era stato pieno e soddisfacente, ma Marmee (mamma March) aveva voluto premiare la generosità delle figlie, che la mattina stessa avevano rinunciato alla loro colazione per aiutare i poveri Hummel e si erano dovute accontentare di pane e latte, facendo loro una stupenda sorpresa... un ricco rinfresco con gelato rosa e bianco, torta, frutta e bonbon francesi, dono in realtà del vecchio signor Laurence e condiviso con inesauribile generosità con le giovani ospiti. Fu davvero una gran festa!


Andando a prendere in soffitta l'albero e gli addobbi natalizi con i miei figli, ho ripensato con gioia e nostalgia a quei Natali passati con i miei familiari, in semplicità, quando l'odore di resina del pino e le luci super colorate e delicatamente intermittenti  davano alla casa, altrimenti spoglia dei molti gingilli in tema che oggi affollano solitamente i nostri appartamenti, allo stesso tempo un'aura di magia e sacralità di rara bellezza.  Per il mio Natale, ormai da molto tempo, ho scelto uno stile che si discosta totalmente dal passato, con parecchie contaminazioni anglosassoni, scandinave e teutoniche...e con un pizzico di Old America che non guasta mai ( descritto così fa paura!!! Mi rendo conto. La prossima settimana ve lo mostrerò! ).  Ma una cosa non é cambiata in questi quarantaquattro anni della mia vita... La stessa voglia di condivisione e convivialità, lo stesso amore per la famiglia e la stessa magia che furono l'anima dell'indimenticabile romanzo di Louisa M. Alcott. 



A presto. Linda.

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