Sarà capitato a tutte voi di ascoltare i racconti di nonne e zie sulla preparazione di qualche complesso e succulento piatto della tradizione e, talvolta, di assistere a veri e propri scontri armati sulle modalità di esecuzione di tali ricette o sugli ingredienti da usare con tutte le possibili ed inimmaginabili varianti del caso, anche per via delle usanze regionali e dei prodotti locali… Ebbene hanno ragione loro…la zuffa è d’obbligo!!!
Infatti da sempre le donne hanno dovuto ingegnarsi su come sfamare figli e mariti, anche e soprattutto in periodi di guerra e di carestia. Durante il ‘600, la Guerra dei Trent’anni aveva portato in mezza Europa fame e malnutrizione; la peste, come ci racconta il Manzoni, decimava la popolazione provocando tra l’altro una crisi enorme nel settore agricolo. Le erbe spontanee, la frutta secca, la farina di castagne furono tra i pochi alimenti facilmente reperibili e divennero la base di molte ricette che ancora oggi apprezziamo e consumiamo regolarmente.
Mentre nei palazzi nulla era cambiato, tra la povera gente sempre più si radicava l’esigenza di “inventare” una cucina semplice e sostanziosa e nacque l’abitudine di fare scorta di alimenti, anche imparando a conservarli e, tralasciando la raffinatezza e la complessità dei ricettari in uso nelle corti o nelle case dei più ricchi,si giunse ad una cucina che predilesse zuppe ricche di legumi ed erbette selvatiche e si iniziò a coltivare mais e patate provenienti entrambi dal Nuovo Mondo. Arrivano le gelatine di frutta e i formaggi. Il burro e la panna diventano gli ingredienti fondamentali della buona cucina. I pomodori, invece, tarderanno ad affermarsi sulle tavole dei signori, ma grazie ai nostri eroi (i contadini disperati e alla ricerca di migliorie culinarie), l’Europa conoscerà i mille usi della preziosa e saporita bacca. Andò meglio per cacao e caffè spesso usati come “spezie”…sarà il ‘700 a regalarci la cioccolata calda zuccherata!
Sapevate che, durante l’età barocca, le regole del convivio divennero così importanti dacondizionare il modo di stare a tavola e la scelta delle vivande? Tra l’altro si riteneva che ci fosse un cibo nobile ed uno rozzo “adatto”ai poveri e guai a trasgredire…
La prossima volta vi farò scoprire cosa mangiavano e bevevano i contemporanei di Shakespeare. Siamo nel ‘600 appunto e, contrariamente che nel resto di buona parte dei paesi europei,l’Inghilterra prospera sotto Elisabetta I e il giovane William cerca la sua magia… nelle osterie!
A presto. Linda
Quanto mi piace seguire blog come questo! Davvero interessante!!
RispondiEliminaLisa
Sempre interessante scoprire cosa si trovava sulle tavole nel 600!!
RispondiEliminaGrazie per questo post così stimolante!!
un bacino
Sara
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