Shabby Chic? .... Non proprio!

Sfogliando i libri di Rachel Ashwell mi sono resa conto che negli anni ho usato in modo abbastanza inappropriato l'appellativo di "Shabby Chic", in riferimento allo stile della mia casa. 
In effetti, di shabby in senso stretto, cioè di rovinato, non c'è davvero niente. Anzi. 
Parecchi mobili, in realtà, sono vecchi, trovati nei mercatini o nelle case dei nonni o, ancora, nella cantina dei miei genitori o, addirittura, per strada; idem dicasi per lampadari, specchiere, copriletti e soprammobili.
Ogni mobile, però, prima di trovare posto in casa, è stato da me e mio marito ripulito, scartavetrato, riparato, ridipinto (di bianco, of course) e lucidato con mani e mani di cera naturale. In qualche caso anche invecchiato ad hoc. Le poltrone e le sedie sono state imbottite e rivestite con stoffe nuove e ricercate.
Il risultato finale? Tutt'altro che "shabby",  senz'altro chic. Forse più di sapore Gustaviano, riscaldato da qualche accento provenzale, che Shabby in senso letterale, stile di recupero, a volte estremo, della Ashwell.


Nel famoso bed and breakfast texano della madre dello Shabby, "The Prairie", si possono trovare- almeno così si vede nelle foto del sito ufficiale- armadi, tavoli e credenze scrostati, sedie spaiate, tende e cuscini scoloriti, tappezzerie sdrucite. Di grandissimo fascino in quel contesto, indubbiamente. 
Ma si può immaginare qualcosa del genere in una piccola casa, in un palazzo che da solo fa provincia, in una grande città come Roma? 
Io lo immagino... Purtroppo! E sono certa che l'effetto sarebbe molto meno charmant! 
Quindi, che dire? Shabby si! ... ma non troppo!

Specchio di peltro trovato in un mercatino. Gli manca una chiavetta ma lo adoro!

Specchio con cornice a rilievo. Originariamente dorata, ora è bianca con qualche scrostatura!


3 commenti:

  1. Complimenti! Belle le tue creazioni!!!

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  2. E' proprio vero,la creatività é tutto...Perfino il pandoro fine-feste fa meno paura!
    Ma come la mettiamo con "residuati bellici" pericolosamente inesplosi tipo succulente calze della Befana a cui attingere di nascosto dai bambini,ma il cui effetto bomba atomico-calorica,sarà miserrimamente rivelato dall'impietosa bilancia?
    Se hai la faccia tosta di suggerirmi di far finta che non ci siano in giro per casa due
    profumate,colorate e peccaminose calze della Befana allora dovrò concludere che non mi conosci affatto!!!!!
    La vera tragedia,quella per cui ti prego di trovare una dietetica soluzione anti stress,é
    l'arrivo del temutissimo Carnevale!Già mi sembra di vederle...tante GROSSE FRAPPONE così shabby(tutte imbiancate dallo zucchero a velo,grattato via da avide dita inumidite),ma poco chic(a causa dello stesso zucchero che imbianca vestiti ed ogni altro oggetto in un raggio di due metri)!
    Non ci voglio pensare!Difficile!Impossibile!E,per dirla tutta,"trascende ogni mio volere".
    Baci.

    Linda

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  3. concordo pienamente con il tuo pensiero, mi piace lo ammiro ma non si sposa con il mio gusto e il mio modo di vivere, fino a poco tempo fa anche un piatto sbeccato mi dava fastidio, ora sto imparando ad apprezzare anche l'imperfetto, ma la strada è ancora lunga, con i mobili da giardino è più facile, anche un po' di ruggine e qualche rottura sta bene ed è comunque accettabile!
    simonetta

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