Le Soffitte della Storia: il sogno rinascimentale

Il Rinascimento, soprattutto tra il ‘400 ed il ‘500, fu l’epoca dell’opulenza, della bellezza e della magnificenza. Il gusto estetico, unitamente alla fioritura delle arti e ad una visione del mondo più ampia e diversificata ebbe un’evoluzione radicale. Ibello venne ampiamente utilizzato come strumento di potere e quanto più si era ricchi e potenti tanto più si commissionavano opere d’arte a grandi maestri di cui molti signori erano mecenati e protettori.
Lo stile gotico internazionale, in voga almeno fino alla metà del ‘400, rivestì di grazia le dimore dei signori e dei ricchi mercanti ed il fleur de lis (il famoso giglio d’oro) divenne il simbolo delle raffinate corti francesi e di quella fiorentina.
In quest’epoca la corte, idealizzata nelle fantasiose trasposizioni in rima dei poemi cavallereschi, diviene il luogo delle delizie, della raffinatezza e della cultura.
Giardini velati di magia, risplendenti dei fiori più belli e rari, impreziosiscono i palazzi signorili che prendono il posto dei ben più tetri e freddi castelli.


         

Lo sfarzo e la ricerca del bello straordinario non sono solo un modo di vivere, ma un modo di essere ed anche sulle tavole dei nostri illustrissimi principi dominano lo sfarzo ed il gusto per le magnifiche apparecchiature. Ciò che più conta é stupire i propri commensali con cibi ricercati ed una presentazione delle portate degna di uno spettacolo teatrale. Si spendono patrimoni per imbandire la tavola di un principe rinascimentale e si cucina per giorni. Trionfi di frutta e di zucchero, cacciagione “rivestita” della livrea originale e pasticci, pasticci, pasticci di ogni forma e colore.
Come nel Medioevo, anche nel Rinascimento si banchettava assistendo a spettacoli teatrali pieni di putti, dei ed animali (come l’unicorno) carichi di un contenuto simbolico oggi sconosciuto ai più, ma allora palese. Si assisteva a piece canore, alla lettura di poesie e si ballava.
Ma sentite questa; per le nozze di Alfonso II d’Este, duca di Ferrara, lo spettacolo toccò vertici inauditi…dal soffitto, affrescato come un mare in tempesta, pendevano sugli stupefatti commensali, mostri marini,giganteschi reggitorce che obbligavano gli astanti a contemplare il prezioso scenario che si presentava ai loro occhi maestoso e terribile. E poi…un gigantesco trionfo di statue zuccherine (circa novanta) che rappresentavano il regno sottomarino del dio Nettuno, protagonista dell’immensa scultura.
Ma l’apice della raffinatezza, fu raggiunta alla corte del duca Federico da Montefeltro, nel Palazzo ducale di Urbino, uno dei simboli del Rinascimento italiano…ma questa è un’altra storia e se siete curiosi di sapere cosa vi imbandiremo Federico ed io, seguite il mio prossimo post.
A presto!
Linda




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