Le soffitte della Storia: la tavola in una corte medioevale

Vorrei iniziare questo viaggio nel tempo spigolando qua e là nelle tradizioni,negli usi e costumi di una civiltà, quella medioevale, che con il suo eclettismo e le sue complesse dinamiche ha trasformato per sempre il mondo classico regalandoci la civiltà moderna così come noi la conosciamo. Non volendo però trascurare la vera vocazione di questi post ovvero la ricerca dello stile e del buon gusto, ho pensato di suddividere il mio intervento in quattro comode rate, tanto per renderne più veloce e rapida la lettura!

 In questo primo post (non vi voglio rovinare la sorpresa pertanto non vi anticiperò troppo dei prossimi tre) vi parlerò della buona cucina, che nelle raffinate corti francesi ed italiane allietava i signori dei castelli ed i cortigiani tutti; vi parlerò di odori buoni e…meno buoni…si, avete capito bene, anche i cattivi odori fanno parte di questa storia…

Nel Medioevo si imparò presto a coprire ciò che gradevole non era, con il profumo delle erbe aromatiche, con l’aroma sprigionato dalle scorze degli agrumi messi ad essiccare e con le spezie provenienti dal Medio Oriente e dalla Cina. Così troveremo tavole opulente di cibi ricchi di zafferano e pepe, chiodi di garofano, zenzero e cannella, ma anche farciture con fichi secchi e ricette…all’acqua di rose, che veniva utilizzata oltre che per sciacquare le dita tra una portata e l’altra, anche per preparare dolci semplici, ma gustosi e credetemi, davvero molto gradevoli.
In quest’epoca di carestie e guerre quando non di epidemie,si privilegiavano cibi semplici come pane, verdure e carni bollite, queste ultime appannaggio quasi esclusivo dei nobili, ma invariabilmente condite con quantità notevoli di spezie ed odori di rito per coprire eventuali indesiderate frollature sgradevoli all’olfatto.
Ma per sorprenderci della straordinaria varietà delle preparazioni, dovremo attendere le Feste.
Ed ecco la prima sorpresa: a Natale si mangiavano le lasagne ,mentre per Pasqua si imbandiva la tavola con l’agnello; per la vigilia di Natale poi era d’obbligo il banchetto di magro e l’anguilla, che nelle sue raffinate preparazioni, la faceva da padrona.
Insomma, nulla di così diverso da quello che si fa oggi, almeno in apparenza… basti considerare che le lasagne erano preparate senza salsa di pomodoro che sarebbe giunto sulle nostre tavole solo dopo la scoperta dell’America.Ma eccovi un menù tipico:

                                                     Menù d’ autunno per 15/16 persone

                                                                       1° servizio
                                                                   Vernaccia sarda
                                                               Frutta fresca di stagione

                                                                        2° servizio
                                                                    Minestra di zucca
                                                               Funghi saltati alle spezie
                                                               Limonia o pollo al limone

                                                                         3° servizio
                                                                      Lepre allo spiedo
                                                                           Salsa nera
                                                             Spalla di castrato al prezzemolo
                                                                           Agliata rosa

                                                                         4° servizio
                                                             Biancomangiare oltremontano
                                                                  Frittelle di formaggio
                                                                      Torta bolognese

                                                                          5° servizio
                                                                Pasticcio di pere crude

                                                                         Diriola ( dolce)

                                                                          6° servizio
                                                                          Ippocrasso
                                                                 Cialdoni o marzapane
                                                                 Cardamomo e anice


E’ molto interessante notare che il pasto si apriva con la frutta fresca e terminava con formaggi,
frutta candita, dolci e zenzero, cardamomo o anice (canditi anch’essi) che favorivano la digestione e profumavano l’alito.
Per oggi può bastare…spero di avervi incuriositi/e. Nel prossimo post parleremo di ricevimenti e cortesie e vi darò una ricetta dolce che vi farà impazzire.
 A presto.






1 commento:

  1. Ciao ho votato questo post in Top of The Post, come uno dei migliori post letti la scorsa settimana. Ecco il mio post: http://weddingplannerinbrianza.blogspot.it/2014/09/top-of-post_22.html

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